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In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione

7 consigli su come scrivere un articolo

Francesco Russo, consulenze per gestire gli effetti negativi dell'economia dell'attenzione, workhaolism, burnout, information overload, nomofobia, multitasking, stress e infodemia, attraverso la metacognizione per il benessere digitale

Pagina pubblicata in data 21 novembre 2017
Aggiornata il 25 febbraio 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

In questo articolo sette consigli su come scrivere un articolo che sia in grado di informare veramente il lettore, evitando così di fare una cattiva informazione.

Dopo una lunga parentesti dedicata all'Intelligenza Artificiale, e a come l'IA è entrata nel mondo del marketing e nella nostra vita quotidiana, oggi voglio proporre una mia riflessione nata per caso nella lettura di un articolo.

Una riflessione dedicata all'importanza di saper strutturare in modo chiaro e preciso un articolo che si pone l'obiettivo di fare opera di divulgazione.

Ho stilato un elenco di 7 consigli che, ovviamente, non possono esaurire l'argomento, ma spero possano essere un punto di partenza utile, per la redazione di un articolo di divulgazione.

Mentre scorrevo velocemente i Google Alert quotidiani, il titolo del seguente articolo: "Smettere di fumare: trattamenti alternativi efficaci a metà", ha catturato la mia attenzione.

Incuriosito per differenti motivi ho aperto l'articolo per leggerlo.

La lettura di questo articolo ha stimolato la stesura di questa riflessione. Ho voluto fissare "su carta" quanto per me sia importante, quando si scrive un articolo di divulgazione, trattare argomenti di cui si ha la padronanza e, prima ancora, sapere come si scrive un articolo.

È, infatti, fondamentale tenere presente che nella stesura dell'articolo bisogna offrire a chi legge una visione il più possibile completa.

Questo principio, a mio parere, vale sempre. Anche quando si deve scrivere un articolo destinato ad un pubblico che non possiede competenze tecniche sull'argomento trattato.

"Il grado di "complessità" del linguaggio scelto nell'articolo che si scrive non deve mai determinare una minore ricchezza di contenuto dell'articolo stesso."

Se ad un bambino o ad una bambina si spiega qualcosa con il giusto linguaggio, lui o lei sono praticamente in grado di comprendere anche i temi più complessi. Certo non avrebbe senso utilizzare "paroloni" scientifici con bambini che vanno all'asilo, ma non per questo dobbiamo partire dal presupposto che quando ci ascoltano non siano in grado di capire concetti complessi.

L'articolo su cui mi sono soffermato illustra come il National Center for Complementary and Integrative Health ha fatto il punto della situazione di una serie di ricerche condotte su chi sceglie metodi definiti "alternativi" per smettere di fumare.

Inserisci i link alle fonti che citi

Il primo aspetto che mi ha colpito dell'articolo è che mancava un qualsiasi link alla ricerca menzionata. Non solo, mancava anche il titolo della ricerca.

Comprendo che l'articolo per come è impostato si rivolge ad un pubblico "generalista". Si potrebbe, quindi, valutare che non tutti i lettori a cui ci si rivolge conoscano l'inglese, e quindi che non avrebbe senso inserire un link ad un documento in una differente lingua.

Credo però che per via dell'essenza della natura del web, inserire in un articolo, qualsiasi sia il suo grado di approfondimento e il pubblico a cui ci si rivolge, uno o più link alle ricerche e/o ai documenti che si citano sia fondamentale ed importante.

Ammetto che non è stato difficile rintracciare l'articolo citato. Una velocissima ricerca in Google mi ha permesso di trovare la seguente pagina: "Complementary Health Approaches for Smoking Cessation: What the Science Says". Che credo di poter affermare con quasi assoluta certezza essere il documento utilizzato dall'autrice dell'articolo.

Io conosco l'inglese, "conosco" come funziona Google, e non mi è stato difficile intuire per quali parole chiave la pagina che cercavo poteva essere stata indicizzata. Non è però corretto dare per scontato che tutti possano effettuare passaggi di questo tipo, per quanto apparentemente "semplici". Insomma. Ricordiamoci di inserire i link alle fonti.

Dopo che ho aperto la pagina in lingua inglese mi ha colpito un altro punto. Il titolo dell'articolo pubblicato dal NCCCIH (gestito dal National Institute of Health, reso famoso da una serie televisiva trasmessa anche in Italia qualche anno fa) è che si parla di metodi completari ed integrativi.

Presta attenzione alle parole che usi

C'è una sostanziale differenza nel dichiarare che un metodo è alternativo a quelli "tradizionali" per smettere di fumare piuttosto che scrivere che un metodo è complementare ed integrativo.

Approfondisci le fonti

La scelta di definire alternativo un metodo, porta, di conseguenza, la mente di scrive ad impostare l'articolo in un determinato modo. Porta il lettore, inevitabilmente, verso certe conclusioni. L'articolo in questione si limita a riportare qualche dato sullo yoga, sulla meditazione, sulla mindfulness, sul 太极拳 tàijí quán, senza però precisare alcuni aspetti molto importanti di queste discipline. La conseguenza è un appiattimento di queste ultime a quasi una sorta di "pillola alternativa" da "prendere" all'occorrenza quando se ne ha bisogno.

L'articolo di riferimento del NCCCIH è ricco di link a ricerche che illustrano dati e che spiegano il metodo di indagine condotto nelle ricerche citate. L'articolo è corredato di una precisa e puntuale bibliografia.

Mi sono preso la briga, per completezza di informazione, di andare a leggere gli abstract delle varie ricerche. Le quali dimostrano come l'introduzione dei metodi "complementari" e non "alternativi" hanno un notevole impatto nell'ottenere risultati efficaci.

Attenzione al titolo troppo eclatante

Non entro in merito sul titolo, che comprendo essere scritto per attirare l'attenzione del lettore. Personalmente sono contrario alla stesura di un titolo che è quasi in contraddizione con il contenuto dell'articolo stesso. Sappiamo che le persone si limitano a leggere i titoli e, quindi, un titolo accattivante è un elemento fondamentale per catturare clic.

Quando ci si rivolge ad un largo pubblico, ad un pubblico "generalista", dobbiamo porci la domanda se un certo titolo può generare più disinformazione che informazione.

Tratta argomenti che conosci

Da qualche anno studio la mindfulness, pratico la meditazione e il 太极拳 tàijí quán. Non sono certo un "santone" o un "guru" di queste discipline. Ma con una certa serenità e sicurezza sento di potermi esprimere a riguardo.

La pratica di una di queste discipline, in particolar modo di un'arte marziale o dello yoga, non è come andare a correre la sera dopo una giornata di lavoro. Quando si va in bicicletta o si va a correre, ci si allaccia al braccio il proprio smartphone, si avvia la playlist e si va.

Mentre corriamo la nostra mente vaga. Pensiamo alla giornata, a quello che dobbiamo fare, alle discussioni che abbiamo avuto e così via. Al contrario la pratica di discipline come il 太极拳 tàijí quán, lo yoga, la meditazione, la mindfulness richiedono una particolare attenzione e coinvolgimento della nostra mente. Si deve essere presenti in quello che si fa.

Mentre si pratica si deve essere molto concentrati con la mente su ogni gesto che si compie. Si tratta di discipline che per essere comprese vanno assimilate come fossero un vero e proprio stile di vita.
Complesse da capire per chi non le ha mai praticate o quanto meno non ha mai avuto modo di incontrarle.

Di chi sei o almeno presentati

Comprendo perfettamente che chi ha scritto l'articolo (di cui tra l'altro non è presente neanche un minimo di biografia o di collegamento ad un profilo social network), abbia di fatto tradotto (neanche troppo fedelmente) e sintetizzato un articolo dalla lingua inglese.

Forse proprio per questo motivo non ha inserito un link all'articolo originario. Paura che il lettore accorgendosi di leggere una rozza sintesi avrebbe abbandonato velocemente la pagina? Chissà.

Ecco i sette consigli

Quando vuoi scrivere un articolo, oltre a rispettare le classiche cinque W (who when what where why), che sono una traccia fondamentale per una buona stesura, ricordati di:

  1. Citare le fonti a cui fai riferimento e se puoi inserisci i link alle stesse. Inserisci una bibliografia a fondo articolo (là dove sia necessario ovviamente);
  2. Valutare con grande attenzione le parole che utilizzi. Esse hanno un significato ed un valore ben preciso;
  3. Informare il tuo lettore se quello che sta leggendo è una traduzione, una sintesi, di un articolo scritto in un'altra lingua. Nel caso inserisci il link all'articolo da cui hai preso spunto;
  4. Imposta il linguaggio in base al pubblico a cui ti rivolgi, ma attento a non ridurre la ricchezza del contenuto;
  5. Dai la giusta attenzione al titolo. Colpire va bene ingannare no.
  6. Scegli di trattare, se possibile, argomenti che conosci realmente. Se non conosci gli argomenti di cui vuoi trattare effettua delle ricerche approfondite;
  7. Inserisci dei riferimenti su chi sei. Metti il lettore nelle condizioni di capire quali siano le tue competenze. Aumenterà la credibilità e l'autorevolezza del tuo articolo.

Dott. Francesco Russo

BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.

Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.

In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.

Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.

Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.

Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.

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