Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo

In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione

Vergogna no grazie

Francesco Russo, consulenze per gestire gli effetti negativi dell'economia dell'attenzione, workhaolism, burnout, information overload, nomofobia, multitasking, stress e infodemia, attraverso la metacognizione per il benessere digitale

Pagina pubblicata in data 5 settembre 2017
Aggiornata il 2 gennaio 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Non permettere alla vergogna di sconfiggerti! Ad ognuno di noi può succedere di fallire, di dire o fare qualcosa che lo metta in imbarazzo. Questi eventi però non devono impedirci di andare avanti serenamente.

l'8 settembre è una data importante per tutti noi. Un giorno che ha segnato per sempre la storia dell'Italia. Nel bene e nel male. L'armistizio dell'8 settembre oggi è visto come il riscatto della vergogna che il regime fascista ha lasciato sul nostro Paese.
Ho deciso quindi oggi di non parlare di marketing, né di leadership o di coaching, concentrandomi sull'emozione della vergogna.

Una storia

A Stefano, Vice Presidente di una società di comunicazioni, è stato chiesto di presentare durante un evento pubblico la sua strategia per digitalizzare l'azienda. Parlare in pubblico è sempre stata un'attività che a Stefano metteva agitazione. Nonostante il molto tempo che dedicò a prepararsi, quando arrivò il momento di parlare in pubblico le emozioni lo travolsero, e la sua presentazione risultò incerta, confusa e zoppicante.
La presentazione andò talmente male che il giorno seguente Stefano non aveva il coraggio di presentarsi in ufficio per l'enorme vergogna che provava.

Un sentimento che ci influenza

Questa piccola storia (di pura invenzione), illustra in modo chiaro e semplice come un sentimento che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita può influenzare negativamente la nostra quotidianità. Quanti di noi dopo una brutta figura, soprattutto se fatta in pubblico, hanno desiderato scomparire, "nascondersi"?

Non a caso il gesto tipico di una persona che prova vergogna è quello di potare le mani al volto, come se volesse nascondercisi dietro.

Quando si prova vergogna, la reazione non deve essere quella di rimanere chiusi in casa e non farsi più vedere dagli altri. Al contrario dobbiamo essere capaci di accettare che ciò che è successo fa parte del passato. Dobbiamo lasciarlo andare. Dobbiamo imparare a vivere nel presente, imparando a non rimanere ancorati al passato, senza preoccuparci eccessivamente di ciò che accadrà in futuro.

Le persone che tendono a provare con una certa frequenza uno stato di vergogna, tendono a sopravalutare, ad ingigantire, tutto ciò che accade attorno a loro, e soprattutto provano un forte senso di colpa. Nella loro mente si ripetono costantemente: "è tutta colpa mia".
Si sentono sempre più umiliate, si sentono sempre più impotenti. Ritengono di non poter cambiare nulle della situazione in cui si trovano. La loro coscienza interna è talmente critica da non dare tregua.

Questa condizione può avere un effetto profondo sul nostro benessere psicofisico. La vergogna è un'emozione difficile da condividere, anche con le persone più vicine a noi. Soprattutto perché di solito si cela dietro altri tipi di stati emotivi, come la collera, la disperazione, la depressione, ecc...

Come affrontarla

Generalmente si affronta la vergogna in due modi. O si è eccessivamente critici verso se stessi o si attaccano gli altri. In oltre molto spesso capita che inizialmente si inizia a darsi la colpa di quanto accade, ma in un secondo momento si cerca di trovare la colpa della nostra vergogna in azioni compiute da altri. Infine se non si individua la fonte della vergogna, si può innescare un meccanismo a spirale che porterà sempre di più nel profondo di uno stato emotivo negativo.

Perché proviamo vergogna

Ma qual è lo scopo della vergogna? Perché proviamo questa emozione? Dal punto di vista evolutivo si ritiene che questa emozione serva all'interno di un gruppo, la cui sopravvivenza è garantita dal rispetto di alcune norme comuni. Il disattendere le regole del gruppo potrebbe mettere in pericolo la sua esistenza. Di conseguenza provare vergogna per aver disatteso le regole garantisce ai membri del gruppo di rispettarle.

Dal punto di vista psicologico, la vergogna è una risposta emotiva complessa che apprendiamo quando siamo bambini. In quel periodo della nostra vita in cui siamo totalmente dipendenti dai nostri famigliari.
I bambini cercano di soddisfare le aspettative dei propri genitori, e quando non ci riescono provano vergogna. Maggiore è l'intensità della vergogna che proviamo e maggiore è la nostra voglia di "nasconderci" alla vista degli altri.

Il primo passo per superare questa condizione è di portare alla luce tutto quello che riteniamo essere il nostro stato di vergogna. Del resto se non si mette a nudo una ferita, questa non ha la possibilità di rimarginarsi e guarire. Se la ferita è troppo profonda potrebbe essere necessario valutare l'aiuto di un professionista per curarla.

Riuscire a capire le origini della nostra vergogna ci permette di vivere la nostra vita in modo sereno e consapevole.

Il secondo passo è quello di riservare a noi stessi un atteggiamento di amore, di compassione. Dobbiamo "abbracciarci" come faremo con una persona che vogliamo consolare, e "perdonarci". Dobbiamo fare pace con noi stessi. Dobbiamo riuscire ad individuare la spirale negativa in cui la vergogna ci fa entrare, così da poterne uscire.

La vergogna fa parte dell'esperienza umana. Imparare a viverla in una prospettiva "positiva" ci permette di evitare di entrare in una spirale di pensieri negativi. Così da evitare che inneschi un effetto Pigmalione.

Dobbiamo quindi lavorare ogni giorno per trovare una condizione di pace con quella parte della nostra persona che tende a sentirsi colpevole.

Dott. Francesco Russo

BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.

Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.

In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.

Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.

Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.

Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.

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