Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo

In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione

Il capitalismo della sorveglianza

Francesco Russo, consulenze per gestire gli effetti negativi dell'economia dell'attenzione, workhaolism, burnout, information overload, nomofobia, multitasking, stress e infodemia, attraverso la metacognizione per il benessere digitale

Pagina pubblicata in data 5 luglio 2022
Aggiornata il 6 luglio 2022
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Nel periodo in cui George Orwell scrisse 1984 lo scrittore fu afflitto dalla tubercolosi. In più di un'occasione rinviò le cure mediche per completare il suo romanzo. Orwell sentiva l'impellente necessità di dover mettere in gioco tutto se stesso per completare il proprio romanzo.

Con il proprio lavoro Orwell si era posto il compito di mettere in guardia i propri contemporanei dai pericoli totalitari che minacciavano le società democratiche nonostante la recente sconfitta nazista.

"1984" fu fin da subito, e lo è tutt'ora, sinonimo di una delle nostre peggiori paure. La paura di un futuro totalitario.

Nelle lettere scritte prima e dopo il completamento di "1984", Orwell esorta a "critiche costanti", avvertendo che qualsiasi "immunità" al totalitarismo non deve essere data mai per scontata: "il totalitarismo, se non combattuto, potrebbe trionfare ovunque".

In "1984" Orwell mette in guardia dai pericoli della "sorveglianza di massa" e del "controllo sociale" da parte dello Stato. Purtroppo la sua visione non era del tutto corretta. O meglio, la sua visione era parziale.

Oggi nazioni come la Cina e la Russia corrisondono alla visione di Orwell di uno Stato onnipresente e capace di esercitare ogni controllo sulla vita delle persone. Ma l'Occidente, libero e democratico, non è affatto immune dallo stesso pericolo.

Il 4 settembre 1998 viene fondata Google LLC, la quale il 27 settembre dello stesso anno presenterà al mondo la prima versione di quel motore di ricerca che porterà in breve tempo l'azienda di Menlo Park a diventare un colosso dell'informatica e dell'economia.

A Google LCC non va solo il merito di aver rivoluzionato il mondo della rete, ma anche di aver creato un modello economico che considera l'esperienza umana privata come una materia prima gratuita. Materia prima da trasformare in dati comportamentali. Alcuni di questi dati vengono utilizzati per migliorare i servizi offerti ai clienti, questo è innegabile. Ma la gran parte di questi è utilizzato per prevedere e/o manipolare il comportamento dei consumatori, cioè delle persone.

La professoressa Shoshana Zuboff, della Harward Business School, ha definito questo modello economico in una sua recente pubblicazione capitalismo della sorveglianza ("The Age of Survellace Capitalism").

Il capitalismo della sorveglianza è alla base di quel fenomeno che oggi è conosciuto come economia dell'attenzione e, di conseguenza, economia della distrazione, su cui mi sono concentrato molto nelle pagine di questo blog.

Oggi le aziende del mondo digitale, scambiano le previsioni di comportamento delle persone in una sorta di nuovo mercato dei "futures", dove i capitalisti della sorveglianza vendono certezze alle aziende determinate dalla garanzia di sapere cosa "domani" faranno le persone.

Questo approccio è stato applicato inizialmente per presentare agli utenti i migliori annunci per catturare l'attenzione (e quindi l'interesse) dei consumatori. Oggi è utilizzato praticamente in ogni settore - assicurazioni, vendita al dettaglio, salute, istruzione, finanza ecc...

L'esperienza delle persone è "archiviata" ed "elaborata" per prevederne il comportamento.

Per offrire sempre più certezze ai propri clienti, i "capitalisti della sorveglianza" hanno imparato che i dati più predittivi provengono non solo dal monitoraggio, ma anche dalla "manipolazione" del comportamento delle persone.

Come ho scritto nell'articolo "Smartphone distopia", nel 2017 Facebook ha effettuato dei test cercando di influenzare lo stato d'animo degli adolescenti depressi attraverso la proposta di specifici contenuti.

In più di un'occasione in queste pagine mi sono soffermato sul caso Cambridge Analytica, che ha dimostrato come gli stessi metodi possono essere impiegati per influenzare una campagna elettorale.

Il gioco di realtà aumentata Pokémon Go, sviluppato da Google LCC, ha portato la sfida della modifica comportamentale di massa a un nuovo livello. Aziende come McDonalds e Starbucks hanno investito ingenti somme in denaro per garantirsi un "tot" di visite, pagando così Google LCC per ogni "utente Pokémon Go" passato nei loro punti vendita. Una sorta di "costo per visita", proprio come gli inserzionisti di Google pagano un "costo per clic" per far visulizzare i propri annunci nei risultati del motore di ricerca di Menlo Park.

Mentre tutto questo accadeva, le nostre democrazie sonnecchiavano. Il capitalismo della sorvegliana prospera di giorno in giorno e l'unico modo che noi consumatori abbiamo per contrastarne gli effetti negativi è coltivare la nostra consapevolezza, la nostra metacognizione.

In sé il capitalismo della sorveglianza e, quindi, l'economia dell'attenzione non sono qualcosa di malvagio. Hanno, infatti, permesso la creazione di molti posti di lavoro. Ma dobbiamo però prendere consapevolezza degli effetti negativi e dei potenziali pericoli che questo modello di sviluppo economico comporta.

Oggi i capitalisti della sorveglianza esercitano un potere economico e politico mai visto prima. Un potere paragonabile a quello dei totalitarismi. Si tratta di un potere strumentale, perché è esercitato attraverso l'onnipresenza degli strumenti digitali.

Piuttosto che un "Grande Fratello" che usa l'omicidio e il terrore per possedere ogni anima, gli strumenti digitali sono un "Grande Altro". Un "Grande Altro" che ricorre a software programmati per monitorare e modellare le nostre azioni, senza che la legge possa fare nulla per tutelarci.

Gli strumenti digitali ci stanno consegnando un futuro in mano al capitalismo della sorveglianza. Un rischio che sottovalutiamo perché non rivendica i "nostri corpi" attraverso la violenza e la paura. Le aziende dell'economia dell'attenzione non ci vogliono "spezzare", non vogliono anichilire la nostra individualità. Vogliono fare qualcosa di ancor più semplice, vogliono renderci delle persone che pensano in modo "automatico". Non gli importa cosa pensiamo, sentiamo o facciamo, fintanto che pensiamo, sentiamo e facciamo le cose in modi che sono accessibili ai miliardi di occhi e orecchie degli strumenti digitali connessi alla rete.

Il potere delle aziende dell'economia dell'attenzione sono una vera e propria sfida per le democrazie. Loro sanno tutto, mentre le loro operazioni rimangono nascoste. Il pericolo che rappresentano è costituito dalla riduzione della capacità umana di pensare in autonomia. Il "Grande Altro" sa tutto di noi, mentre noi non ne sappiamo quasi nulla di lui. Questo squilibrio non è illegale. Non esiste, infatti, ancora un impianto normativo in grado di riequilibrare questa condizione. Ma si tratta di uno squilibrio antidemocratico.

I capitalisti della sorveglianza sostengono che i loro metodi sono inevitabili conseguenze delle tecnologie digitali. Questo è falso. È facile immaginare il futuro digitale senza il capitalismo della sorveglianza, ma è impossibile immaginare il capitalismo della sorveglianza senza tecnologie digitali.

Orwell disprezzava "l'istinto di inchinarsi davanti al conquistatore del momento". Il coraggio, insisteva, esige che affermiamo i nostri orientamenti morali, anche contro le forze che appaiono invincibili. Non possiamo dare per scontata la libertà. L'unica idea, ideale, valore, nella lunga storia umana che afferma il diritto di un popolo di governare se stesso.

Orwell per questa idea riteneva che valesse la pena morire.

Dott. Francesco Russo

BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.

Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.

In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.

Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.

Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.

Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.

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