Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo

In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione

Le emozioni sono tue alleate

Francesco Russo, consulenze per gestire gli effetti negativi dell'economia dell'attenzione, workhaolism, burnout, information overload, nomofobia, multitasking, stress e infodemia, attraverso la metacognizione per il benessere digitale

Pagina pubblicata in data 6 dicembre 2022
Aggiornata il 27 dicembre 2022
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Generalmente quando si chiede ad una persona se si preoccupa di commettere degli errori nel momento in cui deve prendere una decisione importante, nella gran parte dei casi, la risposta è: si.

Quando poi si chiede alla persona che tipo di errori teme di commettere, generalmente la risposta è che si ha paura di affidarsi eccessivamente all'istinto.

In particolare, si ha paura di prendere la decisione troppo frettolosamente, magari di impulso e, soprattutto, di essere influenzati dalle emozioni nel prendere la propria decisione .

Questo tipo di preoccupazione è "molto interessante", alla luce di una società che è volta sempre più alla velocità, e che di conseguenza pretende spesso risposte molto veloci.

In effetti, quando dobbiamo prendere delle decisioni difficili e complesse, proviamo spesso emozioni difficili e complesse. Una condizione che spesso mal sopportiamo, e di conseguenza, tendiamo a prendere la decisione in fretta o nel più breve tempo possibile.

Questo "poco tempo" spesso porta a decisioni sbagliate. Non riusciamo a risolvere il problema, e quindi proviamo una situazione di disagio. In poche parole inneschiamo un ciclo "negativo" di pensieri ed emozioni a cui è difficile mettere fine.

Tuttavia, questi "blocchi emotivi" possono essere l'arma segreta per prendere decisioni migliori. Il processo è semplice: basta prendersi il tempo di identificare:
1) le emozioni che si provano quando si affronta una decisione;
2) le emozioni che si vogliono provare quando si guarderà la decisione presa nello "specchietto retrovisore".

Questo tipo di esercizio, suddivisibile in quattro fasi, permette al nostro pensiero di controllare ed incanalere le nostre emozioni, al fine di evitare l'insorgenza di emozioni negative.
Per comprendere meglio questo esercizio faremo l'esempio di Carlo e della sua startup.

1) Identificate la decisione che so deve prendere

Quando cerchiamo di risolvere un problema spinoso, dobbiamo spesso passare in rassegna molte informazioni contrastanti, oltre ai nostri sentimenti. Quindi la prima cosa da fare è identificare la decisione da prendere.

Carlo ha creato una tecnologia per migliorare la qualità dell'udito mentre conseguiva il dottorato di ricerca. Oggi è a capo di una startup di neurobiologia. Non ha una formazione commerciale e si trova ad affrontare alcune importanti decisioni aziendali: come utilizzare al meglio i fondi che ha raccolto per portare il suo prodotto sul mercato? Quanto è ragionevole spendere per sviluppare e testare il prodotto? Come può raccogliere ulteriori fondi per la sua neonata azienda?

I finanziatori di Carlo vogliono che finisca la sperimentazione clinica e costruisca un prodotto da testare in un programma pilota. Carlo vuole fare la cosa giusta per i suoi investitori e rispettare i loro tempi, che però considera molto "stretti".

Alcuni consulenti e investitori di Carlo lo hanno esortato a trovare un socio esperto di finanza. La decisione che Carlo deve prendere è se trovare o meno una persona con competenze commerciali e nel settore della finanza perché lo aiuti ad affrontare questo tipo di problemi.

2) Identificare cosa si prova riguardo alla decisione che si deve prendere

Qual è l'emozione dominante che si prova? È paura? Ansia? Un senso di sopraffazione o forse di eccitazione per l'opportunità che si presenta?
I sentimenti, le emozioni che si provano si basano su esperienze vissute in precedenza? O sono scatenate da altre fonti?

Dare un nome ai nostri sentimenti può aiutarci a creare un po' di spazio fra le nostre emozioni e le nostre azioni. La distanza ci permette di esaminare l'emozione e di riconoscere di averla già provata in passato. Conoscerla significa che possiamo impedire all'emozione stessa di guidare le nostre decisioni, sostituendo il nostro pensiero cosciente.

Carlo crede profondamente nel suo prodotto e vuole che questa meravigliosa tecnologia aiuti il prossimo. Si sente bloccato e non sa quale decisione prendere. Si sente ansioso ed esitante nei confronti di tutte le fiture coinvolte nel progetto. Riceve consigli contrastanti da parte di investitori e consulenti, alcuni dei quali insistono per l'assunzione di un socio, mentre altri insistono sul fatto che può farcela da solo se riesce ad organizzarsi meglio.

Creare la distanza necessaria con le emozioni che lo bloccano è fondamentale per Carlo. Gli permette di capire che, in quanto titolare della startup è l'unico a prendere decisioni e a compiere scelte.

Si è reso conto che "bloccato" non era la parola giusta per descrivere la sua situazione. Ha capito che stava provando una condizione di resistenza.La resistenza non è un'emozione, ma piuttosto una reazione psicologica. Quando ha compreso questo è riuscito ad analizzare meglio la sua situazione. Poteva esplorare ciò che lo metteva a disagio.

3) Visualizzare il raggiungimento dell'obiettivo e la sensazione che questo provoca

Immagina di aver preso una decisione che ha portato al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Come ti senti? Provi un senso di realizzazione, di sollievo? Il futuro è più chiaro? Hai fatto carriera, rafforzato le tue relazioni? E così via...

Quando Carlo immagina di assumere un socio, può prendere consapevolezza che la sensazione di disagio che prova deriva dalla preoccupazione di un conflitto derivante dal dover condividere il potere decisionale con qualcun altro.
La sua paura risiedeva nel non voler condividere il suo progetto aziendale, che gli è costato tanta fatica.

4) Riconoscere i blocchi delle emozioni

Ora che Carlo ha esaminato la sua decisione e le emozioni che la possono bloccare è possibile capire che se sta compiendo la decisione giusta.

Carlo si è reso conto che la decisione che doveva prendere non riguardava l'assunzione o meno di un socio esperto di finanza. Il suo problema è la paura di condividere i risultati del suo progetto aziendale.
Questa analisi gli ha permesso di capire che la scelta migliore per portare in azienda le competenze riguardo le azioni commerciali e la finanza, non è trovare un nuovo socio, ma un collaboratore che faccia parte del progetto per un periodo determinato, fino a quando lui non si sentirà in grado di essere autonomo.

Pensiamo di non avere tempo da perdere nel processo decisionale, ed in particolare, non vogliamo assolutamente soffermarci sui disagi emotivi che proviamo.

Siamo costantemente tentati di affidare le nostre decisioni alla "mente arcaica", a quella che chiamiamo mente istintiva (puoi leggere a riguardo l'articolo "Bias cognitivi, gli inganni che inducono al multitasking").

È necessario compiere il duro lavoro di rallentare, per dare un nome alle nostre emozioni e sedersi assieme a loro. Questo permette di convivere con le nostre emozioni, piuttosto che seppellirle o fuggire da esse. Così da poter identificare meglio la vera decisione da compiere.

Dott. Francesco Russo

BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.

Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.

In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.

Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.

Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.

Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.

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