Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo

In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione

Il culto dell'ignoranza degli analfabeti funzionali

Francesco Russo, consulenze per gestire gli effetti negativi dell'economia dell'attenzione, workhaolism, burnout, information overload, nomofobia, multitasking, stress e infodemia, attraverso la metacognizione per il benessere digitale

Pagina pubblicata in data 20 settembre 2022
Aggiornata il 29 settembre 2022
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Nel 1980 su Newsweek apparve un articolo a firma di Isaac Asimov, in cui il famoso scrittore denunciava quel fenomeno che oggi conosciamo come analfabetismo funzionale (puoi cliccare qui per scaricare la fotocopia dell'articolo originale di Asimov).

Il grande scrittore di fantascienza osservava: "C'è un culto dell'ignoranza negli Stati Uniti, e c'è sempre stato. Una vena di anti-intellettualismo si è insinuata nei gangli vitali della nostra politica e cultura, alimentata dalla falsa nozione che democrazia significhi: la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza".

Nel marzo 2008 (lo stesso anno in cui Facebook viene reso disponibile in lingua italiana), sul numero 734 del settimanale "Internazionale" appare un articolo dal titolo "Analfabeti d'Italia" a firma del noto linguista Tullio De Mauro.

Si può sintetizzare questo articolo con la seguente affermazione: "solo il 20% degli adulti italiani sa veramente leggere, scrivere e contare". Affermazione non di poco conto.

De Mauro si basava sui dati emersi da due diverse indagini comparative svolte nel 1999-2000 e nel 2004-2005 in diversi Paesi. Ad accurati campioni di popolazione in età lavorativa fu chiesto di rispondere a dei questionari: uno, elementarissimo, di accesso, e cinque di difficoltà crescente. Si poterono così osservare le effettive capacità di lettura, comprensione e calcolo degli intervistati, e nella seconda indagine anche le capacità di problem solving.

Le ricerche avevano fatto emergere un quadro piuttosto sconfortante: otto italiani su dieci presentavano difficoltà a utilizzare quello che ricavavano da un testo scritto, sette su dieci presentavano difficoltà abbastanza gravi nella comprensione, cinque milioni di italiani presentavano, invece, una completa incapacità di lettura. In particolare, a uscirne provata dalle ricerche internazionali era la scuola italiana, non in grado di garantire un'istruzione adeguata agli studenti.

Le indagini internazionali citate da De Mauro sono state curate da Vittoria Gallina, ricercatrice del Cede, poi Invalsi, in due volumi, la prima, con prefazione di Benedetto Vertecchi, è "La competenza alfabetica in Italia. Una ricerca sulla cultura della popolazione" (Franco Angeli 2000) mentre la seconda è "Letteratismo e abilità per la vita. Indagine nazionale sulla popolazione italiana 16-65 anni" (Armando editore 2006). La terza indagine è intitolata: "Research, Quality, Competitiveness. European Union Technology Policy for Information Society" (Springer, 2006).

Non solo. De Mauro osservava che alcuni mezzi di informazione riportavano un fatto particolare: parecchi laureati italiani univano la laurea a un sostanziale letterale analfabetismo.

Se Carlo V poteva reggere un immenso impero, riuscendo con difficoltà a fare la propria firma, oggi, è fondamentale possedere una profonda capacità di comprensione della società in cui viviamo per svolgere compiti meno gravosi di gestire un impero.

Scriveva Asimov: "Certamente, l'americano medio sa firmarsi in modo più o meno intelligibile e recepisce i titoli degli articoli sportivi - ma quanti americani non-elitistici possono, senza indebita difficoltà, leggere mille parole consecutive stampate in piccolo, alcune delle quali potrebbero essere trisillabe? Per di più, la situazione sta peggiorando. I punteggi di lettura nelle scuole diminuiscono continuamente."

Come ha riportato più di recente la giornalista Elisa Murgese nell'articolo "Analfabeti funzionali, il dramma italiano: chi sono e perché il nostro Paese è fra i peggiori" apparso sull'Espresso il 21 marzo 2017, Tullio De Mauro sottolineava spesso che "la regressione rispetto ai livelli acquisiti nel percorso scolastico colpisce dappertutto gli adulti. Occorre riflettere su stili di vita e assetti sociali che producono questi dislivelli di competenze fra gli adulti".

Ma i moniti dello studioso diventano veramente virali con l'articolo "Passaparola: Un popolo di analfabeti (funzionali), di Tullio De Mauro" scritto per il blog di Beppe Grillo in cui dichiarava che: "il 70% degli italiani non capisce quello che legge". Era il febbraio del 2016, 11 mesi prima della sua morte.

Una dichiarazione che fece il giro della rete e delle principali testate giornalistiche. Il grande linguista riportava i risultati incrociati dei tre studi scientifici internazionali che aveva citato nel suo articolo del 2008, in materia di comprensione e capacità di elaborazione dei testi scritti, dal quale ne usciva un risultato impietoso per gli italiani.

La definizione di "analfabeti funzionali" fu coniata nel 1984 (appena quattro anni dopo l'articolo di Asimov), per un'indagine condotta dalle Nazioni Unite sui nuclei famigliari. Questo per distinguere un concetto di alfabetizzazione superiore rispetto a quello di alfabetizzazione minima (introdotto sempre dalla Nazioni Unite nel 1958).

L'analfabetismo funzionale fu definito come "la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità".

Quello che le ricerche in questione e che De Mauro non coglievano però era che il "perché" di questa situazione non risiedeva soltanto in una mancanza di cultura e/o di studio, in una sorta di regressione post scolastica, o in un'inefficienza del sistema scolastico italiano.

In realtà la causa stava (e sta tutt'oggi) anche, e soprattutto, nello stile di vita che la nostra società anno dopo anno si è autoimposta dal secondo dopo guerra ad oggi.

Oggi viviamo un momento storico davvero particolare, dove si sono create le condizioni perché si formi una tempesta perfetta.

Lo stile di vita che la società in cui viviamo ci suggerisce e ci porta ad assumere predispone la gran parte di noi ad essere dei "perfetti burattini", come è stato ben illustrato, ad esempio, nel documentario del 2019 "The Great Hack" e nel documentario del 2020 "The Social Dilemma".

Multitasking sul posto di lavoro e nella vita privata, burnout, workaholism, dipendenza dai dispositivi digitali, nomofobia, phubbing, sharenting, smombies, infodemia, information overload e fake news sono tutti sintomi, cause e ingredienti che oggi alimentano l'economia dell'attenzione, nata dal capitalismo della sorveglianza. Tutti ingredienti della tempesta perfetta in cui ogni persona è immersa.

Ogni persona, infatti, anche la più "intelligente" e/o la più "acculturata", può essere un'analfabeta funzionale.

Ti è mai capitato a fine giornata di sentire le tue energie cognitive "prosciugate"? Di provare un senso di stanchezza tale da non riuscire a riflettere, ed agire solo di "istinto"?

Quando le energie cognitive sono esaurite, e il cervello è in una condizione di stanchezza e/o di stress, si mette in una sorta di modalità "risparmio energetico". La nostra mente ricorre a meccanismi istintivi, ad un pensiero superficiale e veloce, che non richiede grandi risorse cognitive. La perfetta condizione perché l'imbonitore o l'imbonitrice di turno possano "ingannarci", manipolarci (puoi leggere gli articoli "Morte per information overload", "Imparare ad usare il pilota automatico", "L'illusione del multitasking nell'economia dell'attenzione" e "Esaurimento cognitivo? Ti aiuta la metacognizione").

Come scriveva Asimov "io sostengo che lo slogan - l'America ha il diritto di sapere - è senza senso quando abbiamo una popolazione ignorante, e che la funzione di una stampa libera è praticamente nulla quando quasi nessuno sa leggere."

Abbiamo preso atto dell'esistenza del fenomeno dell'analfabetismo funzionale con preponderanza durante la pandemia del 2020, ed in particolare quando nel 2021 è stato chiesto alla popolazione di vaccinarsi.

Sicuramente chi ha dovuto governare la pandemia e la vaccinazione non si è dimostrato all'altezza. La confusione mediatica e i continui ripensamenti sulle decisioni prese, hanno creato le condizioni perfette per generare una confusione all'interno della quale molti hanno prosperato.

I mass media hanno sfornato una moltitudine di "esperti", che vittime a loro volta di una macchina dell'informazione che cerca di tenere il ritmo di una velocità insostenibile, sono caduti nella trappola del pensiero veloce, dell'economia dell'attenzione (leggi gli articoli "Fissare l'economia della distrazione" e "Come ottenere attenzione nell'economia dell'attenzione").

Come scriveva Asimov: "ora abbiamo un nuovo slogan da parte degli oscurantisti: - Non fidarti degli esperti! - […] è uno slogan assolutamente sicuro. Niente, né il passare del tempo né l'esposizione all'informazione, potrà mai tramutare questi paladini in esperti di qualche argomento che possa essere pur lontanamente utile."

Come nel 1980, oggi, abbiamo creato le condizioni ottimali perché si potesse credere alle teorie più "alternative". Uno degli esempi più famosi degli effetti dell'analfabetismo funzionale sulla nostra società è, ad esempio, il caso della piccola città di Ebbw Vale, nel Regno Unito, raccontato in modo straordinario dalla giornalista Carole Cadwalladr. Di come fake news e manipolazione dell'informazione abbiamo fortemente influito sul volto sulla "Brexit".

Fortunatamente abbiamo gli strumenti per difenderci. Il mondo Occidentale è pieno di esperti (veri) e consulenti nel campo dell'economia dell'attenzione, che come me, ogni giorno divulgano, e informano le persone su questi fenomeni.

Nonostante la tempesta perfetta da cui siamo travolti, è possibile vivere una vita professionale e personale piena di soddisfazioni, di significato, senza farsi catturare dalle sirene della distrazione.

Grazie allo sviluppo delle proprie capacità metacognitive, della propria metacognizione, è possibile difenderci sfruttando gli stessi meccanismi della mente che i manipolatori usano per "ingannarci".

Lo sviluppo delle capacità metacognitive permetterebbe di ridurre notevolmente l'analfabetismo funzionale, e permette di ridurre i tanti effetti negativi dell'economia dell'attenzione.

Dott. Francesco Russo

BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.

Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.

In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.

Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.

Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.

Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.

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"Grazie allo sviluppo della metacognizione, possiamo migliore la nostra attenzione e la nostra concentrazione, che sono gli ingredienti base per raggiungere lo stato di flusso, che ci permette di resistere al canto delle sirene della distrazione.
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